(pubblicato su SCI n.330 – gennaio 2017 – pagg. 36-45)
di Giulio Caresio
Mentre scriviamo il grande circus del Freeride World Tour 2017 si prepara ad aprire i suoi battenti – il 28 gennaio – per la decima edizione. Secondo consuetudine il sipario si alzerà al cospetto del Monte Bianco, proprio ai confini con l’Italia, a Chamonix, uno dei luoghi culto del freeride mondiale.
Sarà il via di una corsa che tra gennaio e aprile vedrà protagoniste indiscusse le Alpi che la carovana dei riders abbandonerà solo per due puntate, nei Pirenei e in Alaska, per poi tornarvi in occasione della tappa di mezzo, a Fieberbrunn in Austria, e ovviamente per l’epico finale svizzero con l’Xtrème di Verbier, la gara più famosa e spettacolare del mondo di “freeride big mountain”.
L’utilizzo dell’inglese, talvolta un po’ gergale e a tratti piacevolmente goliardico, è passaporto obbligatorio per entrare nella community dei “riders”. Per questo motivo anche noi abbiamo deciso di mantenere alcuni termini – che tradotti perderebbero parte del loro significato e fascino – fornendo ad uso dei neofiti un piccolo glossario di quelli più utilizzati.
Ma cos’è e com’è nato il freeride e il FWT?
The roots
Il termine “freeride” per lo sci è stato utilizzato, a partire dagli anni ’70, per connotare discese estreme su pareti innevate selvagge. Oggi lo si usa in accezione più ampia laddove si scia fuori dal battuto con stile, preparazione e attrezzature adeguati.
La prima competizione assoluta in questo ambito fu il World Extreme Skiing Championship del 1991 a Valdez in Alaska, che vide sul gradino più alto del podio il leggendario Doug Coombs.
Un anno dopo, sempre in Alaska, un bel gruppo di snowboarder organizzò analoga competizione riservata alle tavole. Nacque così il mitico appuntamento del King of the Hill.
Furono proprio gli snowboarder a far crescere attenzione e movimento intorno al freeride, per molteplici ragioni. A partire dalla maggiore velocità e spettacolarità che lo snowboard offriva in quegli anni fuori dal battuto. Gli sci di allora erano infatti lunghi e stretti, motivo per cui, fuori dalle piste, non garantivano la medesima possibilità di galleggiamento e controllo delle tavole.
Oggi come sapete con i nuovi modelli di sci da freeride, le cose sono radialmente cambiate.
Tra gli snowboarder inoltre non pochi appartenevano anche alla community dei surfisti, già abituata a radunarsi per cavalcare le onde migliori in giro per il pianeta. Probabilmente proprio da questo contatto diretto con il mondo del surf è stato mutuato quel senso ludico e trasversale di fratellanza che connota oggi in modo significativo il mondo del freeride. Un grande sorriso che abbraccia tutti, legando insieme l’atleta più forte, al neofita che sta imparando.
Essere freerider, esattamente come essere surfer, significa infatti “entrare nel giro”, far parte della grande famiglia e condividere soprattutto una grande passione.
Con questo spirito nel 1996 nacque a Verbier, da un piccolo gruppo di appassionati di snowboard e surf, l’Xtreme di Verbier. L’idea era di portare alla ribalta lo spettacolo innovativo e incredibile che potevano offrire i migliori atleti della tavola, mentre volavano letteralmente domando le ripide e selvagge pendici della parete nord della Bec des Rosses. Un parco giochi naturale che sembrava fosse stato messo lì apposta.
Proprio l’Xtreme, che a partire dal 2003 aprì le sue fila anche agli sciatori, e che oggi è l’appuntamento finale del Freeride World Tour, né fu il primo tassello.
Del gruppo degli organizzatori originari dell’Xtreme faceva parte infatti Nicolas Hale-Wood, la mente fervida e geniale che ancora oggi guida il FWT e da cui nel 2008 nacque questo circuito di gare-eventi di freeride (snowboard e sci) sempre al top e capace di abbracciare tutto il pianeta.
The FWT today
Oggi il circuito si è ampliato e sviluppato notevolmente dal suo esordio. Le 5 gare regine del FWT cui partecipano 50 atleti costituiscono solo la vetta di una piramide molto più vasta. Sono più di 60 infatti gli eventi di qualificazione (Freeride World Qualifier) che in giro per il pianeta permettono a circa 2700 riders di acquisire esperienza e punteggio per poi eventualmente accedere al FWT.
A questo circuito si affianca anche quello che si rivolge ai giovani talenti (Freeride Junior Tour) che con 70 eventi coinvolge circa 1800 giovani riders tra i 14 e i 17 anni.
Ultimo ma importante tassello sono le 13 scuole (Freeride World Tour Club) con cui il FWT collabora per fornire occasioni di formazione per tutte le età in materia di sicurezza, tecnica, prevenzione infortuni e conoscenza della montagna non addomesticata.
The rules
Dimenticate la canonica fila di pali con teli rossi e blu, dimenticate tutine aderenti e cronometro, dimenticate la costruzione di salti artificiali e half-pipe, dimenticate le piste fresate.
Le competizioni del Freeride World Tour sono al 100% su montagna vergine, “nature”.
Gli atleti possono accedere al terreno di gioco unicamente sulle loro gambe.
L’uso dell’elicottero è vietato. Inoltre nessun rider può provare la linea prima dell’evento: l’unica ispezione ammessa è quella attraverso le lenti del binocolo e le mappe di Google. Si può dire, per usare un parallelo con l’arrampicata, che l’atleta sceglie e realizza la sua linea “onsight”, cioè senza averla mai provata prima.
Ma come si legge da spettatori una performance di freeride?
Al di là dello stupore condiviso nel veder sciare quasi tutti i concorrenti, non è sempre facile capire a fondo le differenze tra le “run”. È necessaria un po’ di esperienza e si deve affinare lo sguardo tenendo come riferimento i 5 fattori chiave di una run che costituiscono il metro di giudizio per tutte le competizioni del circuito (FWT, FWQ e FJT): la scelta e la difficoltà della linea, lo stile nella parte aerea e acrobatica, il controllo, la fluidità del gesto, la tecnica.
Nel FWT di oggi le discese vengono valutate da una commissione di 6 giudici (3 per lo sci, 3 per lo snowboard). Ogni giudice può assegnare un punteggio di valutazione della performance da 0 a 100. Il punteggio finale in centesimi sarà la media di quelli espressi dai 3 giudici interessati della commissione.
Questo sistema di valutazione si è evoluto ed è stato messo a punto nel corso degli anni, tenendo conto delle evoluzioni di modi e stili del freeride per adattarsi alle novità e permettere la vittoria anche agli atleti che apportano grandi innovazioni nel circuito. Oggi il sistema di valutazione è pienamente condiviso dai migliori atleti sulla piazza, e continua ad evolversi per rispondere al meglio alle loro esigenze.
A questo punto… ammesso che non lo siate già… non vi sentite un po’ più freerider?
Noi speriamo di sì, e vi ricordiamo che tutti gli appuntamenti del FWT sono trasmessi in live-view con una qualità eccezionale sul sito ufficiale: www.freerideworldtour.com
Godetevi anche voi lo spettacolo in diretta!
Piccolo glossario per “riders” in fasce
freeride – “andare-guidare-cavalcare in libertà”, è sinonimo di una visione più naturale e “selvatica” degli sport outdoor, si utilizza per lo sci, lo snowboard, la bici…
riders – sono i concorrenti, e più in generale coloro che praticano freeride.
run – una “run” è una discesa completa di un concorrente dall’attacco fino al traguardo.
cliff – “falesia, dirupo, scogliera”… nel contesto del freeride un’occasione di salto e acrobazia 🙂
drop – utilizzo mutuato parzialmente dai videogiochi con significato di “lasciar cadere”. “Droppare” una cliff significa saltarla… di fatto effettivamente lasciandosi cadere.
backflip – il salto mortale all’indietro.
frontflip – idem, in avanti
360° / 720° – acrobazia che prevede una rotazione completa in aria, di 360°/720° appunto
switch – la manovra con cui un rider mentre scia si gira di 180° portando le code degli sci a diventare le punte e viceversa.
twin-tip – sono gli sci con le doppie punte davanti-dietro… con cui si può effettuare lo switch.
I valori del FWT dalla voce del suo fondatore
«Impegno totale. In questo tipo di sport devi essere completamente focalizzato su ciò che stai facendo, dalla preparazione, ai molteplici aspetti tecnici, a quelli legati alla sicurezza. Sei outdoor in un ambiente che presenta alcuni rischi e non puoi permetterti errori in quello che fai.
In secondo luogo, il controllo di tutti gli aspetti e i fattori in gioco.
E poi l’aspetto del divertimento, che viene da molte cose: dal condividere con gli altri la tua grande passione che si concretizza in un’esperienza forte durante il giorno e in una buona birra nella serata che segue.
La libertà, puoi scegliere la tua linea, il tuo stile, il tuo modo, ognuno può scegliere anche il suo livello. È molto differente per esempio dal freestyle. C’è una connessione molto maggiore con uno sciatore medio, normale, che può immedesimarsi, avere il feeling della powder anche solo uscendo a lato della pista per un piccolo tratto.
Quindi si rivolge a un’audience più vasta.
Anche il fattore età non è così importante, puoi essere un ottimo freerider a 55 anni e condividere una fantastica giornata, la stessa montagna e le stesse emozioni, con un ragazzo di 16 anni. Una condivisione che abbraccia anche chi semplicemente guarda da spettatore, perché vive una parte di emozioni in comune con chi scia».
(Nicolas Hale-Woods)
I 5 fattori chiave di una run
Line – il percorso di discesa scelto dal rider ne rivela originalità e stile? Qual è il fattore di pericolo scelto? In che modo il rider collega tra loro i passaggi difficili? Come viene espressa l’unicità della propria linea rispetto a quella degli altri? È una linea inedita? Quanto è visionaria?
Air & Style – il salto è sempre stato un elemento chiave, aumenta la spettacolarità e la bellezza di una discesa rendendola unica. Negli anni si è arricchito con molti elementi e acrobazie derivanti dal freestyle. Eseguire un backflip o un 360° in questi contesti è ben altra cosa rispetto a un park, toglie davvero il fiato! Il motivo? Semplice! Niente è costruito dall’uomo, il terreno di gioco è completamente naturale e non viene né preparato né livellato come in un park. Bravura, stile e “cattiveria” del rider contano tantissimo. Quanti salti ha inanellato? Quanto grandi? Come ne ha gestito la parte aerea? Come è atterrato? Era privo di controllo oppure aveva in mano la situazione?
Fluidity – a nessuno piace guardare una discesa a singhiozzo! La fluidità è una delle chiavi del successo per gli atleti, che devono dimostrare di saper eseguire la propria linea dalla partenza all’arrivo senza esitazioni, senza stop e senza confusione. Il rider ha perso terreno e deve seguire un lungo traverso per arrivare sul cliff? O peggio deve ritornare sui propri passi per guadagnare nuovamente la linea? Ha esitato prima di droppare sul cliff?
Control – elemento irrinunciabile nel big-mountain riding. Chi ce l’ha vince. Chi lo perde rischia anche la propria vita. Per questo motivo i giudici possono risultare spietati nei confronti di chi non ne dimostra abbastanza durante la propria run. L’atleta è caduto? Per quale motivo? Si è spinto oltre i propri limiti, oppure ha percorso la propria linea sapendo esattamente quello che stava facendo dall’inizio alla fine? Spesso questo elemento differenzia enormemente i riders con anni di esperienza dai neofiti.
Technique – la conduzione degli sci è buona, sicura efficace? Il rider si è seduto o ha perso il controllo in qualche passaggio? La valutazione tecnica è sempre legata al mantenere il pieno controllo. Non sono previste sanzioni se non in questo senso. Non esistono codici accademici preconfezionati di stile da mantenere. L’altro elemento tecnico è la gestione e il controllo di eventuali distacchi di neve e piccole valanghe.
FWT – Il calendario 2017 delle 5 gare regine
28 gennaio – Chamonix-Mont-Blanc, Francia – THE WINTER BEGINS
Una volta ancora la stagione del Tour si apre al cospetto di sua maestà il Monte Bianco in quella “Mecca” del freeride che è Chamonix.
11 febbraio – Vallnord-Arcalís, Andorra – HOLD THE LINE
Sul confine tra Spagna e Francia, l’appuntamento nella capitale pirenaica del freeride sta diventando un punto fermo.
6 marzo – Fieberbrunn, Austria – CRUNCH TIME
Sale la pressione per qualificarsi alle ultime due tappe e il Tour ripassa dalla stazione che detiene il segreto del miglior freeride d’Austria.
18-25 marzo – Haines, Alaska, USA – THE DREAM STOP
Un sogno che diventa realtà, l’appuntamento per i riders con le pareti di freeride più spettacolari del mondo. Le pareti dove nacque tutto all’inizio degli anni ’90.
1 aprile – Verbier, Svizzera – THE GRAND FINALE
L’appuntamento imperdibile, la storica finale del FWT, nonché la gara di freeride più importante e nota del mondo. Si svolge sull’impressionante parete nord della “Bec des Rosses”.
Italiani in gara
Arianna Tricomi – 24 anni / categoria Ski woman
Terza assoluta nella classifica finale 2016, anno del suo debutto al FWT. Si è piazzata molto bene in ognuna delle 5 gare regine e ha vinto l’appuntamento di Fieberbrunn. Tutto ciò lascia pensare a un potenziale enorme e apre grandi prospettive per la stagione 2017.
Silvia Moser – 26 anni / categoria Ski woman
Dopo un esordio folgorante nel 2015 (2° posto in classifica assoluta, vittoria ad Haines in Alaska e seconda all’Xtrème di Verbier), ha chiuso il FWT 2016 all’8° posto, accumulando di sicuro grande esperienza. Ci auguriamo che quest’anno possa esprimersi al meglio tornando sul podio del FWT.
Freeride-World-Tour-10-anni-SCI330 (pdf - 5.2 MiB)