È meraviglioso quando incontri un volto amico, visionario, appassionato, nei cui occhi brilla quel fuoco che è un misto di energia, entusiasmo e voglia di fare bene, capace in un lampo di toccarti e far scattare un’intesa forte e il desiderio di dare una mano. Se poi a quest’energia si associa l’esperienza e la saggezza per saperla gestire e indirizzare, il desiderio di condivisione e di scambio sale ulteriormente e l’incontro è davvero d’eccezione.
Così è stato per me quello con Dominique Perret, in una splendida e ahimè non abbastanza fredda mattinata di fine marzo scorso, durante i giorni dell’Xtreme di Verbier, mitica gara conclusiva del Freeride World Tour.
Se ricordate i filmati Sector No Limits degli anni ’90, Dominique era quello che saltava giù da un elicottero con gli sci ai piedi. Eletto nel 2000 Best Freeride Skier of the Century, è un punto di riferimento assoluto per tutti i freerider. Ci ha accolti nella magia e nel calore del legno di una piccola saletta dello storico Cafe “Au Vieux Verbier” per condividere la sua ultima impresa, cui si è dedicato e si sta dedicando con grandi energie: l’International Snow Training Academy (ISTA).
L’International Snow Training Academy (ISTA)
È la prima scuola internazionale per la formazione alla sicurezza di tutti i praticanti di sport sulla neve. Un progetto ambizioso che mira a fornire con semplicità e chiarezza agli appassionati di tutto il globo le conoscenze e gli elementi per muoversi in libertà e sicurezza in un ambiente innevato non controllato, con particolare attenzione alla gestione e alla prevenzione dei rischi da valanga.
«Ci siamo proposti di creare un sistema educativo per gli sport sulla neve, analogo al sistema PADI per la subacquea: un riferimento internazionale semplice, serio, ben fatto, efficace».
Per raggiungere questo obiettivo Dominique ha fondato nel 2014 la start-up Mountain Safe SA a Losanna e messo insieme una quarantina tra i migliori professionisti appassionati di montagna – guide, nivologi, soccorritori, ma anche esperti di pedagogia, di comunicazione e di marketing – provenienti da nove paesi distribuiti su tre continenti (Svizzera, Italia, Spagna, Austria, Germania, Gran Bretagna, Nuova Zelanda, Canada e Stati Uniti).
Questo pool in circa un anno intenso di lavoro ha sviluppato e messo a punto un sistema modulare progressivo, con relative certificazioni, che è oggi il cuore della proposta ISTA.
Come ci racconta efficacemente Dominique, Losanna e Verbier sono stati al centro di questa rivoluzione. «L’Ecole Hôtelière de Lausanne con il suo incubatore è stata cruciale nell’accelerare il nostro processo di crescita, ci ha sempre spinti verso l’eccellenza e l’internazionalità ed è stata di forte stimolo. Verbier, invece, è la mia stazione del cuore, di cui sono ambasciatore e dove il freeride è di casa. Tutte le persone e i professionisti di Verbier hanno a che fare ogni giorno con folti gruppi di freerider e hanno constatato sul campo l’importanza della formazione. Per questo sono stati subito entusiasti di ISTA, e hanno dato tutto il loro appoggio al progetto».
«ISTA si rivolge al “grande pubblico” perché riteniamo che le esigenze di formazione siano sempre più ampie». La filosofia in due parole è “imparare divertendosi”, rendendo le conoscenze accessibili a tutti e collegando sempre in modo pragmatico la teoria e la pratica.
Aprendo il manuale Discovery (disponibile in 4 lingue – inglese, francese, tedesco e italiano) si ha subito un’ottima impressione: si sfoglia e si legge volentieri, è ben strutturato e facilmente comprensibile, costruito con criteri semplici, curato nella grafica, nelle immagini e negli schemi facilmente memorizzabili. A completare le spiegazioni viene sempre proposta una serie di esempi chiari e pratici che rimangono bene impressi nella mente.
Così come accade a noi fortunati, che li sentiamo dall’esperienza diretta di Dominique.
«Per raggiungere i nostri obiettivi abbiamo deciso di lavorare con tutto il sistema già esistente: aziende, stazioni, professionisti e clienti. Per la formazione in particolare lavoriamo con i maestri di sci e le guide alpine che già operano sui territori, e con loro abbiamo un rapporto davvero positivo. Il contatto con le aziende ci permette inoltre di restare sempre aggiornati sulle attrezzature e le novità, per poter dare il massimo ai nostri corsisti».
Il risultato: ISTA oggi è una realtà solida. In due anni circa di operatività conta quasi 500 istruttori formati (483 per la precisione) e ha già più di 1000 corsi alle spalle.
«Un gran bel risultato se pensiamo che le ultime due stagioni dal punto di vista della neve, qui da noi nelle Alpi, sono state davvero poco fortunate» conclude Dominique.
Io posso dirvi senza dubbi che seguire un corso ISTA è il consiglio migliore di inizio stagione che mi sento di dare a tutti voi, amanti della neve e del freeride.
Il migliore dispositivo di sicurezza rimane il vostro cervello!
In questa frase che troviamo sulla prima pagina del manuale ISTA è tutto il senso e la filosofia del progetto: rimettere al centro l’individuo pensante, fornendogli tutte le conoscenze e le tecniche più avanzate per valutare e gestire al meglio il rischio e il divertimento sulla neve.
Ciò che preme a Dominique – come a noi di SCI – è che si comprenda che «Educazione non significa solo saper utilizzare artva, sonda e pala. Educazione è soprattutto sapere come muoversi per non doverli utilizzare».
Molte sono le persone ben equipaggiate, solo una piccola percentuale di loro sa utilizzare appieno e correttamente l’attrezzatura, ma sono ancora meno quelli che sono formati sul valutare attentamente le condizioni per evitare di ritrovarsi a dover effettuare un soccorso.
«È paradossale – racconta Dominique – oggi nel mondo sono stati venduti più di 100000 airbag e quasi tutti possiedono attrezzature avanzate e molto costose per il freeride, ma si sente pochissimo parlare di formazione e il livello medio delle conoscenze, anche tra sciatori di buon livello, è davvero basso. Noi vogliamo essere la soluzione a questo problema».
L’importanza della formazione è evidente se si considera che il 90% delle valanghe che investono gli sciatori sono state staccate dagli sciatori stessi. In pratica alla radice degli incidenti, in molti casi, al di là dell’imponderabile che è sempre presente in montagna, sussiste una valutazione e una conseguente decisione sbagliata.
Un corso ben fatto e strutturato è “l’attrezzatura” più adeguata – e sarebbe bene aggiungere indispensabile – a fronteggiare questa situazione. È davvero difficile comprendere come sia così ostico da realizzare per molti appassionati. Ma è comunque necessario che frequentare un corso sia una scelta consapevole e non un’imposizione, come ribadisce Dominique: «siamo contrari a rendere obbligatoria la formazione, perché è indispensabile un forte coinvolgimento personale per ottenere buoni risultati. Deve risvegliarsi la coscienza e la consapevolezza della necessità di formarsi, non solo sotto il profilo tecnico, ma anche sotto quello della gestione del rischio, per poter praticare qualsiasi sport in ambienti non protetti, che si parli di sci, di apnea o di parapendio».
Molte persone con cui mi è capitato di parlare in questi anni, hanno addotto scuse dal “non ho abbastanza tempo” al “costa troppo” per giustificare il fatto di non avere formazione specifica sulla sicurezza, limitandosi a ciò che si poteva imparare da amici e conoscenti più esperti.
Per un corso Discovery basta una giornata, per un ST1 due giorni, sempre sciando e divertendosi. I costi variano in funzione del luogo, dell’organizzazione, del numero di persone e giustamente ISTA non impone nulla ai suoi formatori, ma suggerisce una cifra di riferimento che, a giornata, a persona, si aggira tra i 200 e i 250 € comprensivi di tutto. Rapportata alla spesa per le attrezzature e all’importanza che riveste non sembra davvero alta.
Senza contare che ISTA ha predisposto un Reward Program, per cui tutto l’investimento economico per frequentare un corso, viene in qualche modo “rimborsato” all’interessato sotto forma di sconti su giornalieri, ospitalità e attrezzature dal gruppo dei partner del progetto.
L’unica scusa davvero plausibile per non avere una formazione specifica, a mio parere, è stata finora una certa difficoltà a reperire corsi ben strutturati sul territorio su cui normalmente già pratichiamo. Ci sono buone ragioni per sperare che ISTA possa essere anche in questo senso risolutiva.
Prima, durante e dopo la valanga
«Ho sciato una vita in giro per tutto il globo. Anche se spesso la percezione della sicurezza e le relative abitudini in ogni paese sono differenti, guardando oltre la superficie, la metodologia e le conoscenze di fondo sono le stesse. Grazie ai miei trent’anni di sciatore professionista sono riuscito a metter insieme un team internazionale assolutamente unico per creare una proposta formativa che si pone come denominatore comune di cultura per tutti coloro che si muovono sulla neve».
La formazione ISTA si divide con chiarezza in 3 parti: il prima, il durante e il dopo valanga.
Un buon 80% si gioca sul “prima”: valutare correttamente tutti i fattori di rischio e prendere le giuste decisioni per prevenire ed evitare di dover effettuare un soccorso o farsi soccorrere.
Anche le conoscenze e le pagine del manuale dedicate al “prima” sono molto più corpose.
Sul “durante” le indicazioni sono meno, ma ugualmente istruttive. Puoi essere travolto o salvatore. Nel primo caso, cercherai di restare attivo e sfuggire il più possibile alla valanga, prendendo velocità lungo la linea di massima pendenza e sciando in diagonale sul flusso per uscire dalla valanga stessa. Se vieni comunque travolto, proteggi gambe e vie aeree e cerca di conservare uno stato di calma.
Se viceversa sei salvatore devi aver ben presente che, con ogni probabilità, se non sarai tu a salvare il tuo compagno, lui morirà.
Per questo è necessario allenarsi e automatizzare le procedure del “dopo”, ovvero della ricerca con artva, sonda e pala, per rendere efficaci gesti e passaggi, ed evitare che lo stress dell’ignoranza sommato allo stress dell’incidente ti blocchi e ti faccia cadere nel panico.
Discovery: una mattinata sul “prima” a Verbier
Siamo a Verbier nella Mecca del freeride, addobbata a festa per quello che è l’evento forse più importante a livello planetario di freeride, l’Xtreme. È già una grande emozione prendere la cabinovia al fianco di Dominique e di Emilien Badoux, che con la sua tavola ha solcato come atleta di punta per anni le nevi del Freeride World Tour. Con noi è anche Vincent Riba communication manager di Verbier, a testimoniare l’attenzione che questa stazione ripone nella diffusione del progetto ISTA.
Ci aspetta una classica mattinata Discovery, che verte sulla prevenzione, per farci provare in prima persona come funziona il metodo ISTA.
Da subito se ne intuisce l’efficacia e la dinamicità. Tutte le lezioni si fanno sci ai piedi, valutando situazioni reali e immaginando sul posto scenari e condizioni differenti.
Arriviamo in cima alla seggiovia “Les Attelas” ed ecco la prima tappa per capire, con poche parole e schemi efficaci, che gli ambiti da tenere in considerazione per la nostra sicurezza sono fondamentalmente due: quello umano legato all’individuo, e quello ambientale.
Dieci quindici minuti e si riparte a sciare. In pratica sarà così per tutta la mattinata: si alternano piccoli workshop formativi, sciate, pause di osservazione e valutazione.
In una seconda sosta sistematizziamo l’analisi personale: dagli aspetti mentali legati a motivazione, emozioni e percezioni, a quelli medici legati a farmaci, malattie, lesioni o altro, a quelli energetici legati a sonno, alimentazione e idratazione.
Poi via su un terreno più impegnativo per testare la tecnica dei partecipanti.
Indi, nuova pausa e impariamo a valutare il vento, e poi l’orientamento, la pendenza e le caratteristiche di un pendio, approfondendo l’osservazione dei segni sulla neve di vento e precipitazioni.
Poi un’altra sciata, cui segue una sosta un po’ più lunga. Dominique scava rapidamente una buca per farci valutare la stratigrafia del manto nevoso. Tocchiamo con mano l’eterogeneità dei cristalli di neve e le notevoli differenze di densità e stabilità tra strati diversi.
Così, un passo dopo l’altro, la mattinata vola. Sembrano due giorni, tanto ho imparato e mi sono divertito, inoltre mi accorgo di aver gustato maggiormente anche i tratti sciati insieme. Grande!
Il futuro
«Oggi quando un negoziante vende l’attrezzatura da freeride a un cliente, il messaggio che ne segue è ancora troppo spesso: “buona fortuna!” Vorrei che quest’epoca con il progetto ISTA fosse finita e che il messaggio diventasse: “ora che sei ben attrezzato vai a formarti per sapere come muoverti e divertirti in sicurezza”».à
Le parole di Dominique ancora una volta ricalcano perfettamente le mie convinzioni: «penso che nessuno tra coloro che amano la montagna desideri che i suoi spazi di libertà diventino luogo di proibizioni e regole riduttive o stupide. Noi tutti appassionati dobbiamo allora capire che a maggiore libertà, corrisponde maggiore educazione. Se questo messaggio passerà e diventerà consuetudine formarsi, capire e conoscere ciò che si sta facendo prima di farlo, andrà tutto bene e ci possiamo aspettare un futuro ricco di soddisfazioni e fantastiche giornate sulla neve».
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I livelli di formazione
Il programma ISTA prevede 4 livelli progressivi di formazione:
Discovery (1 giorno) – Il corso per chi non sa nulla di prevenzione e gestione del rischio da valanga. In una giornata si viene iniziati a questi temi per muoversi correttamente sulla neve.
ST1 – Snow Training 1 (2 giorni) – È il corso per chi pratica freeride e backcountry.
Molto più approfondito sugli aspetti umani, con la definizione di un profilo individuale, e più ricco e dettagliato in termini di valutazioni dell’ambiente, stato della neve e procedure di soccorso.
ST2 e ST3 – Saranno i livelli avanzati, ancora in fase di sviluppo e definizione, che intendono rivolgersi in particolare ad atleti e freerider di alto livello.
«Il nostro riferimento è la PADI per la subacquea, come loro creeremo nel tempo una serie di corsi complementari, per personalizzare l’offerta formativa in funzione dell’attività sportiva specifica praticata». (Dominique Perret)
10 buoni motivi per frequentare un corso ISTA
1. Impara a gestire il rischio piuttosto che a fare affidamento sull’attrezzatura. Aumenta piacere, sicurezza e libertà in montagna.
2. Le valanghe non sono fatalità. I praticanti cambiano, le abitudini cambiano, i rischi no. Studia il nuovo approccio essenziale per gestirli al meglio.
3. Partecipa a un programma internazionale che utilizza un linguaggio universale standardizzato.
4. Diventa proattivo – concentrati sulla prevenzione (PRIMA) piuttosto che sul rimedio (DOPO).
5. Assimila il sapere congiunto di un pool eccezionale di 40 esperti da 3 continenti e 9 paesi: formatori, nivologi, soccorritori, esperti di scienze sociali, di comunicazione e di marketing, guide alpine IFMGA e AIARE e direttori delle scuole di sci.
6. Progredisci per gradi attraverso vari livelli con un metodo standardizzato che si adatta alle tue capacità.
7. Impara a capire meglio il tuo stato fisico e mentale, nonché l’ambiente naturale, utilizzando strumenti di nuova concezione (HFSA).
8. Porta sempre con te il supporto illustrato che ISTA ti fornisce con descrizioni semplici, chiare, precise e giocose. Tutti i materiali sono disponibili in 4 lingue (EN, FR, DE, IT).
9. Entra a far parte della comunità ISTA: una rete internazionale di professionisti e dilettanti che condividono una passione per gli sport invernali, la montagna e la powder (nel futuro è previsto lo sviluppo di un’app per trovare in loco un partner di sciata che abbia livello adeguato formazione).
10. Certificati ISTA e partecipa al programma ISTA Reward: accedi alle offerte esclusive su viaggi, attrezzature e servizi turistici.
Le scuole e le guide in Italia
ISTA al momento conta in Europa 43 centri e più di 400 istruttori.
Le scuole certificate in Italia sono due, entrambe in Valle d’Aosta: la Società Guide Alpine di Courmayeur e la Formazione Funi Sicurezza s.r.l. di Valpelline. Molti di più i formatori italiani certificati: 84 guide alpine e 3 maestri di sci, con una sempre netta prevalenza valdostana.
Come prenotare un corso?
Per prenotare un corso la procedura più veloce è andare sul sito dell’ISTA www.ista-education.com nella sezione “where to find us?”, cercare la stazione in cui desideriamo fare formazione e poi rivolgersi direttamente a una delle guide o dei maestri che operano su quella stazione. A breve inoltre sarà nuovamente disponibile anche il booking-on-line.
ISTA e FWT
ISTA sarà anche quest’anno il partner ufficiale del Freeride World Tour in tema di sicurezza, presente a tutti gli appuntamenti del circus. Una garanzia reciproca di dialogo ai massimi livelli!
Sono molti i rider professionisti che hanno seguito e seguono la formazione ISTA, alcuni di loro sono diventati formatori e ambasciatori, come Emilien Badoux che abbiamo avuto la fortuna di avere con noi nella mezza giornata passata sulle nevi di Verbier.
Sul sito ISTA trovate inoltre un’interessante serie di video “Learned lesson” in cui alcuni rider, tra cui Anne-Flore Marxer e Sam Smoothy, raccontano episodi vissuti da cui hanno tratto insegnamenti importanti. Eccovene alcuni:
Saper osservare e valutare l’ambiente
L’osservazione dell’ambiente e la valutazione dei rischi naturali costituiscono un elemento chiave per la sicurezza sulla neve e la prevenzione. La rosa degli 11 elementi ambientali da saper osservare e riconoscere secondo la formazione ISTA la trovate qui sotto.
Per ognuno ISTA fornisce una serie di criteri semplici per saperne stimare le caratteristiche e l’entità. Per esempio, un vento potrà essere assente (se non c’è), debole (0-20 km/h se la vostra giacca, posata a terra, non vola via; vi è un debole trasporto di neve fresca, senza accumuli), moderato ( 20-40 km/h se è freddo inizia a dare fastidio sul viso; la giacca posata al suolo si muove; preferite girare la schiena la vento), forte (più di 40 km/h, bisogna lottare per compensare la forza del vento; la giacca posata a terra vola via; ecc…).
Compiuta un’attenta osservazione saranno 9 gli elementi di rischio naturale da tenere in considerazione:
Anche per ognuno di questi fattori viene fornita una chiave di lettura semplice ed esaustiva, per poter scegliere al meglio, evitando situazioni di rischio eccessivo e sviluppando sempre maggiore consapevolezza.