Molte innovazioni falliscono senza un modello di business adeguato. La crisi economica e quella editoriale impongono la revisione e la ricostruzione del modello economico che sostiene la nostra attività di giornalisti. Non si può sperare di generare un nuovo paradigma senza una chiara visione di questo aspetto.
Questo è un dato di fatto trasversale che vale per la grande azienda come per il piccolo studio professionale, ovvero per la grande testata come per il singolo freelance.
Il modello di business esprime uno dei “perché” chiave di un’iniziativa, ovvero quale sia la sua funzione all’interno del mercato, ed è l’insieme delle soluzioni organizzative e strategiche attraverso le quali acquisisce un vantaggio competitivo e un valore di mercato.
Il Business Model Canvas (BMC): strumento, elementi e relazioni
Il BMC è uno “strumento concettuale” che evidenzia gli elementi costitutivi di un business model con le loro relazioni, e che aiuta a comprendere ed esplicitare la logica in base alla quale un’organizzazione crea, distribuisce e cattura valore. È ormai entrato nei programmi di formazione universitaria e viene insegnato nelle migliori business school del mondo, prime fra tutte Berkeley e Stanford. Viene anche adottato da molti incubatori di startup, in Europa e negli Stati Uniti.
Il testo di riferimento in materia è Business Model Generation pubblicato nel 2010 e frutto del lavoro del gruppo guidato da Alexander Osterwalder e Yves Pigneu che ha coinvolto una community internazionale di ben 470 tra esperti e consulenti.
Siti di riferimento per approfondire la conoscenza del Business Model Canvas: italiano, inglese.
Eccone la struttura spiegata in un video di due minuti:
Il Business Model Canvas del giornalista freelance
Il primo vero input a occuparmi come giornalista del modello di business legato al mio lavoro risale al 2013 all’IJF quando sentii Emily Bell (ex caporedattrice del Guardian ora alla Columbia University) asserire: «Journalism is not an industry any more. The age of high revenues is over and will not come back».
Se volete approfondire in merito potete farlo leggendo lo studio pubblicato nel 2003 per il Tow Center for Digital Journalism / Columbia Journalism School: Post Industrial Journalism – Adapting to the present.
Dall’incontro con Alessio Giachin Ricca, tra i primi ad applicare in Italia la metodologia Business Model Canvas, è nata l’idea di elaborarne un’applicazione per i giornalisti, e affiancare a questo lavoro una nuova metodologia l’Editorial Design Canvas per elaborare e lavorare in parallelo sul progetto editoriale associato ad un’iniziativa, azienda, attività, ecc…
A partire quindi da una personale revisione del mio lavoro di giornalista e curatore editoriale ho messo a punto in questi due anni diversi Business Model Canvas per progetti editoriali specifici, oltre a quello più complessivo per il mio lavoro di giornalista freelance. Di quest’ultima elaborazione trovate qui di seguito un modello generico di riferimento che può essere occasione di riflettere sul vostro lavoro per aggiornarlo in funzione del cambio di paradigma che stiamo vivendo.
Ho avuto occasione di discutere questo canvas con molti colleghi e presentarlo in diverse occasioni, anche per l’Ordine dei Giornalisti del Piemonte in un apposito modulo formativo tenuto insieme ad Alessio Giachin Ricca.