L’Editorial Design Canvas è un metodo strutturato che permette di elaborare e sviluppare progetti editoriali per qualsiasi soggetto (azienda, organizzazione, professionista, istituzione,…) lo desideri o ne abbia necessità. È utile sia che si parta da zero, sia che si desideri attualizzare la propria attività di comunicazione.
Nasce dall’incontro tra la mia esperienza professionale di giornalista, caporedattore e curatore editoriale con quella di Alessio Giachin Ricca di ricercatore, consulente e formatore su innovazione e modelli di business per le aziende.
È già stato applicato con successo in diverse realtà aziendali e non, ed è in continua evoluzione.
L’Editorial Design Canvas in sintesi serve a:
– fare il punto sull’attività di comunicazione a 360°
– individuare obiettivi, punti di forza e punti di debolezza
– evidenziare e costruire le relazioni tra le diverse azioni di comunicazione
– razionalizzare l’investimento complessivo in comunicazione
– ampliare la vision e disegnare strategie nuove e/o alternative
– costruire un piano editoriale complessivo e coerente per la nostra attività
– calendarizzare le azioni in funzione degli obiettivi
Editorial Design Canvas e Business Model Canvas: due percorsi paralleli?
L’Editorial Design Canvas integra e amplia agli aspetti editoriali legati alla comunicazione la riflessione del Business Model Canvas, cui si ispira utilizzando la medesima logica di analisi, riflessione visiva e creazione di consapevolezza.
Analizzare e ripensare in parallelo il proprio modello di business e la propria attività di comunicazione è strategicamente molto efficace e vantaggioso. Permette per esempio alle aziende di raggruppare sotto un’unica voce di spesa – se come spesso accade non è consuetudine farlo – tutte le attività che concorrono alla comunicazione, creando così una consapevolezza dell’investimento complessivo in materia e individuando elementi utilissimi per costruire il futuro piano editoriale, nell’ottica di razionalizzare la spesa e di avere il quadro chiaro di tutte le azioni da valutare.
In ogni caso le due metodologie possono essere utilizzate in parallelo, ma anche separatamente, e permettono di porsi le domande appropriate per dare corpo e struttura al seguente percorso di lavoro in 7 tappe (da reiterare) che abbiamo messo a punto e proponiamo ai nostri clienti per rivedere, a seconda delle esigenze, la loro attività editoriale, o il modello di business, o entrambi.
Il percorso allo stesso tempo si ispira e si può riapplicare alla realizzazione di articoli, dossier o inchieste giornalistiche che del resto non sono altro che “progetti editoriali”.
È bene partire dalla domanda più semplice che spesso è anche quella più scomoda, ovvero il “perché” (1) si stia realizzando il progetto in questione. Avere una risposta chiara è tanto difficile quanto importante.
Poi si passa a una fase di analisi e documentazione (2) utile a fotografare al meglio e con la maggiore obiettività possibile la situazione attuale: si va dalla ricerca delle fonti e la loro corretta valutazione, all’individuazione di eventuali indicatori numerici, di fattori correlati che possano essere indicatori di qualità, ecc…
Quindi bisogna provare a fare tabula rasa, a “ripensare tutto da zero” (3). È il momento di cambiare punto di vista, di provare a mettersi nei panni di tutti gli attori coinvolti, di utilizzare tecniche di brainstorming, ecc… anche di sognare, immaginare, ipotizzare… di fare tutto il possibile per ampliare le prospettive.
Solo a questo punto, collegando le informazioni acquisite ed elaborate nelle prime tre fasi, siamo in grado di definire gli obiettivi (4) in modo corretto, ovverosia obiettivi raggiungibili che tengano conto del perché stiamo lavorando, della situazione reale (anche lato business) in cui ci troviamo e delle possibili alternative e aperture.
Una volta fissati con chiarezza gli obiettivi si passa a individuare strumenti, modalità e tempistiche per raggiungerli, il che porta alla redazione di un piano editoriale (5) di dettaglio.
Approvato il piano è il momento di “agire e costruire” (6), che costituisce la sesta tappa del percorso. Troppo spesso si tende a partire da qui, dimenticandosi del lungo lavoro di preparazione che è il fattore chiave per non dissipare inutilmente tempo, risorse ed energie.
Finita la realizzazione e messa in opera delle azioni previste si passa alla delicata fase di “valutazione dei risultati” (7) che prevede a seconda delle situazioni un periodo più o meno lungo e intenso di osservazione e acquisizione dati e feedback, per poi elaborare il tutto e capire l’efficacia delle singole azioni, quali sono i fattori determinanti e come si possa aggiustare il tiro o migliorare nel futuro.
Molto spesso un giornalista compie molti di questi passaggi naturalmente, senza averli per forza codificati, e in alcune situazioni lo fa con una grande rapidità dettata dalla sua esperienza e dalla conoscenza consolidata dell’ambito, delle fonti e delle tematiche di cui si occupa.
Editorial Design Canvas: nuove opportunità?
In parallelo alla crisi economica, la crisi dell’editoria e l’indigestione di “apparenza” di molte campagne di comunicazione degli ultimi anni hanno portato un numero sempre maggiore di soggetti a sviluppare una maggiore attenzione per i reali “contenuti” ed apprezzarne il valore.
Molte grandi e piccole aziende diventano oggi “editori” in prima persona dei propri contenuti.
Una tendenza relativamente nuova che si traduce nell’esigenza di riformulare, strutturare maggiormente ed articolare in modo organico tutte le attività di comunicazione. Esigenza cui risponde il percorso dell’Editorial Design Canvas, se correttamente guidato e applicato per arrivare a definire la propria attività editoriale.
In questa nuova congiuntura la professionalità di figure come il giornalista/caporedattore e il curatore editoriale può rivelasi non solo utile, ma indispensabile.
Un progetto editoriale efficace richiede infatti competenze adeguate a declinare con correttezza e deontologia i contenuti, dare identità e struttura alla comunicazione, nonché personalità e tono alle parti scritte.
Un traguardo che può raggiungere solo chi detiene una buona padronanza dei canali della comunicazione, sa gestire la rete di relazioni per mantenerli in vita, nonché conosce a fondo ruolo, potenzialità e regole degli strumenti (da quelli tradizionali ai più aggiornati dell’on-line) sapendoli orientare verso il pubblico desiderato con obiettivi chiari e precisi, e tramite l’utilizzo di linguaggi e registri adeguati.
Editorial Design Canvas: qualche ferro del mestiere
Lo sviluppo dell’Editorial Design Canvas prevede l’utilizzo combinato di due utili compendi:
– uno schema visivo strutturato (attualmente in fase di rielaborazione e ampliamento) che serve sia per analizzare e fotografare la situazione “editoriale” del soggetto in questione ed individuarne le criticità, sia per riflettere e costruire un adeguato piano editoriale;
– una mappa (sempre in fase di evoluzione) che serve a leggere il presente e pianificare il futuro editoriale senza tralasciare alcun aspetto importante sotto il profilo della comunicazione. Lo fa attraverso una rilettura non convenzionale delle “5W + 1H” del giornalista (Why, What, Who, Where and When + How).
Li trovate entrambi, con una serie di elementi aggiuntivi e un caso concreto di applicazione in azienda, nella presentazione in calce che è stata elaborata in occasione di una Giornata di Formazione rivolta ai giornalisti (valevole 7 crediti formativi) organizzata dall’Associazione Stampa Subalpina presso l’Ordine dei Giornalisti del Piemonte a Torino. Chi fosse interessato a maggiori dettagli sulla prima slide può leggere anche: Business Model Canvas per giornalisti e freelance.
Una doverosa considerazione finale.
Non dimenticate che ogni schema è limitato, parziale, passibile di revisioni e cambiamenti anche radicali: è fatto per essere smontato e rimontato, messo da parte, disatteso, rivoltato, ecc…
Mappe, schemi e metodi sono spunti organici di riflessione per porsi alcune domande e cercare adeguate risposte. Di per sé non risolvono i problemi, siete voi a farlo.
Quindi siate ampiamente critici, eretici e flessibili nell’utilizzare ogni indicazione contenuta in questa pagina.